Sei qui
Home > News > Avvenimenti > Fontana: “Sala ha ragione, a Milano serve più rigore”

Fontana: “Sala ha ragione, a Milano serve più rigore”

“Oggi abbiamo avuto una riunione operativa con il team di Bertolaso e con i nostri tecnici e gli assessori per approfondire il discorso ospedale: sono stati costituiti gruppi specifici, ognuno si occupa di una diversa questione”. E’ l’aggiornamento di Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, in un punto stampa. “Credo si sia data una notevole accelerazione al tutto, io continuo a essere ottimista. Stiamo aspettando gli ultimi discorsi sul reperimento dei respiratori, speriamo in bene, io sono fiducioso” dice il governatore.

Per quanto riguarda i contagi da coronavirus in Lombardia, “ho proiezioni che si discostano poco rispetto a ieri, sono in leggera crescita rispetto a quelli di ieri. Il cambiamento di rotta ci sarà quando inizieranno a mostrare la loro efficacia le misure che sono state applicate. Secondo me dovrebbero iniziare a sentirsi dei cambiamenti da giovedì, lasciamo passare una settimana e due giorni dall’ultima stretta”.

I comportamenti sono cambiati ma non ancora in modo sufficiente – rileva il governatore – Mi lascia perplesso che per uno, due giorni si rispettano rigorosamente le norme e poi diventa tutto un po’ più lasco. Non si può mollare l’attenzione né tornare a una vita normale, dobbiamo essere sempre più rigorosi, la rigorosità va implementata, non bisogna fare i furbi andando a fare la passeggiata senza motivo”. Ed “è giusto quello che dice il sindaco Sala. Milano ha bisogno di ancora più rigore: le dimensioni e tante persone in una zona piccola rischiano di portare a conseguenze gravi, anche io mi associo al sindaco”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è costantemente informato da Fontana sugli sviluppi in Lombardia, non solo sulla decisione di affidarsi a Guido Bertolaso. “Credo che debba essere sempre informato e avvisato di tutte le scelte. Il presidente della Repubblica è molto attento a queste evoluzioni, a far sentire la sua vicinanza e il suo sostegno, è una costante che io lo tenga sempre aggiornato”, spiega il governatore.

Fonte ADNKRONOS

E’ una giornata di ringraziamenti. Fontana ringrazia in particolare gli imprenditori, tra cui l’ex premier Silvio Berlusconi, che ha donato 10 milioni. Il primo ringraziamento va anche alla Croce Rossa, che ha donato 40 respiratori: “Ci consentono di andare avanti, ieri iniziavamo a essere vicini alla fine dei letti di rianimazione, abbiamo fatto una serie di chiamate con il presidente e questa mattina sono arrivati”.

I ringraziamenti vanno agli imprenditori “che si sono mossi nelle ultime ore”: oltre a Berlusconi, Giuseppe Caprotti, la fondazione Invernizzi, la fondazione Veronesi, Allianz e Sapio, “con interventi diretti. Una dimostrazione di grande solidarietà che ci fa sentire più vicini ai cittadini. Ce ne sono altri di cittadini meno famosi, che non hanno la possibilità di fare versamenti milionari ma che nel loro piccolo donano e danno qualcosa: abbiamo avuto offerte da 5 euro a 10 milioni“.

Intanto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, precisa che “il vecchio ospedale di Legnano è inutilizzabile, non è vero come si legge che sarebbe pronto all’uso. Il suo ripristino è una fake news”. In una lettera aperta Adl Cobas Lombardia aveva avanzato la proposta di utilizzare come ‘ospedale Covid’ la vecchia struttura legnanese, nei pressi di Milano. “Sono stati svolti tutti gli approfondimenti necessari”, spiega in una nota Gallera. “Per rimetterlo in funzione – sottolinea – l’Asst Ovest Milanese ci ha scritto che sono necessari dai 6 ai 12 mesi”.

Per ogni caso noto 5-6 non individuati

Il coronavirus si nasconde in bella vista. Per ogni caso noto di Covid-19, ce ne sarebbero altri 5-10 ‘in giro’, che non sono stati individuati. Lo suggerisce sul ‘New York Times’ Jeffrey Shaman, epidemiologo della Columbia University e autore senior dello studio realizzato con i colleghi dell’Imperial College di Londra, pubblicato ieri su ‘Science’. Secondo la ricerca in Cina, a fine gennaio, ben l’86% dei casi sarebbe stato non diagnosticato. Ebbene, gli scienziati hanno riferito che, per ogni caso confermato, ci sono probabilmente altre 5-10 persone con infezioni non rilevate. Questi casi spesso più lievi sono, in media, infettivi per circa la metà rispetto a quelli confermati, ma sarebbero responsabili di circa l’80% dei nuovi casi.

I ricercatori hanno studiato la diffusione naturale del virus in Cina prima che il governo istituisse il divieto di viaggi e una politica di test aggressiva. Durante quel periodo, da dicembre dello scorso anno a fine gennaio, circa 6 casi su 7 non sono stati rilevati. Una situazione che, scrive il quotidiano statunitense, sarebbe analoga a quella attuale negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali, dove i test non sono ancora ampiamente disponibili, hanno detto i ricercatori. “Se avremo 3.500 casi confermati negli Stati Uniti, potreste in realtà” considerarne “35.000”, ha dichiarato Shaman. Durante una conferenza stampa telefonica, gli scienziati autori dello studio – che rappresentavano più di una dozzina di istituzioni ed enti di ricerca impegnati nel monitoraggio di Covid-19 – hanno sottolineato l’importanza di aumentare i tamponi.

“E’ fondamentale implementare i test su larga scala“, ha dichiarato la Elizabeth Halloran, professore di Biostatistica all’Università di Washington e ricercatore senior presso il Centro di ricerca sul cancro Fred Hutchinson. “Ed è importante sviluppare test economici, in modo che le persone possano essere testate quando ne hanno bisogno”. La nuova analisi si è basata sui dati delle infezioni documentate in Cina e su quelli della mobilità, nonché su un modello di interazione sociale tra la popolazione, per stimare il numero di casi non rilevati, nonché i tassi di infezione. Si è scoperto così che, dopo che il governo cinese ha bloccato Wuhan, la città al centro del primo focolaio, il 23 gennaio e ha iniziato i test a tappeto, il quadro è cambiato drasticamente. Col tempo, infatti, i tamponi hanno permesso di identificare circa il 60% dei soggetti positivi, rispetto al precedente 14%. Il team di scienziati comprendeva autori di cinque istituzioni, tra cui l’Imperial College di Londra, la Tsinghua University di Pechino e l’Università di Hong Kong.

I ricercatori hanno poi hanno affermato che il numero di casi non rilevati per ogni paziente confermato può variare da paese a paese. E che i pazienti non identificati in Cina si sono moltiplicati prima del blocco dei voli. Infine, sebbene in media questi pazienti ‘invisibili’ siano meno contagiosi di quelli confermati, non è detto che abbiano causato infezioni più lievi nei nuovi infetti, hanno detto i ricercatori.

“Solo perché si prende la malattia da qualcuno con sintomi lievi non significa che i tuoi saranno altrettanto lievi”.

Shaman
Spiderluca
Classe 1977, studi Giuridici ed Informatici. Appassionato di tecnologia e del web fin dai primi anni 90, ha lavorato con i computer per oltre vent'anni ed ancora oggi non smette mai di voler imparare qualcosa di nuovo. Webmaster, tecnico informatico, un passato in HP e titolare di alcuni siti e-commerce italiani.

Lascia un commento

Top